Viva il Primo Maggio, festa del lavoro

Primo maggio2022: Festa del lavoro. Si può “festeggiare”, a cuor leggero e nonostante tutto, una sacrosanta data – come quella di oggi del 2022 – nella quale, in Italia, si registra un tasso di disoccupazione dell'8,5% nel complesso e del 24,2% tra i giovani mentre il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni, trasversale rispetto al genere, si registra tra i 25-49enni, al 34,8% (dati 31 mar 2022), mentre nella vicina Ucraina e in tante altre parti del mondo, le mani dei lavoratori (minori, giovani, anziani, uomini, donne), invece che i ferri del mestiere, sono costrette ad imbracciare armi? E, inoltre – dice Gianni Rodari – “i fannulloni vanno a spasso,/non si sporcano nemmeno un dito,/ma il loro mestiere non è pulito.”?

Festeggiamo chi ha proposto questa data che celebra anche San Giuseppe lavoratore (méste d’assce) ed il messaggio che essa vuole trasmettere: il simbolo delle rivendicazioni dei lavoratori (operai in quel frangente) che in quegli anni lottavano per avere diritti e condizioni di lavoro migliori e che, in questi, si trova ancora dietro  barricate mutate ma, pur sempre concernenti dignità, salute, retribuzione, condizioni. Nonostante la risposta repressiva di molti governi, quel 1° maggio del 1890 registrò un’altissima adesione.

Oggi quella data è festa nazionale in molti Paesi come la Russia e l’Ucraina. Ma, in questi Paesi, contraddizione dolorosa sono le bombe, gli spari, la morte. Il loro rumore giunga a tutti i lavoratori del mondo perché, insieme, protestino e gridino “pace” e si impegnino per raggiungerla, imporla, provocarla (l’appello del “povero” giunge direttamente al Cielo) proprio in questo “loro” giorno che la guerra (non solo quella in Ucraina) – profana, offende, stritola, contraddice. Solo così può essere valido, oggi, il nostro “Viva il Primo Maggio, festa del lavoro” cui, tutti noi del NOCI gazzettino ci uniamo, partecipi e commossi.

 

Nicola Simonetti

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